In un primo momento siamo stati indotti a collocare il testo della Bibbia di Kolbrin, che abbiamo battezzato "Esodo Kolbrin", nel periodo in cui molti collocano l'esodo della Bibbia ebraica (collasso dell'età del bronzo). Motivati dalle notevoli analogie del racconto con quello biblico:
C'erano tuttavia alcuni elementi che non combaciavano. Sicuramente quello principale è l'invasione dei figli delle tenebre, un evento di cui nel periodo dei faraoni ramessidi non c'è traccia. A questo si unisce il faraone "Thom" citato nel racconto di Kolbrin, che Immanuel Velikovsky, nel suo Mondi in collisione, colloca in un periodo precedente. Non ultimo, la volontà di identificare il "Papiro Ipuwer" come una mutilazione della narrazione Kolbrin. Papiro che comunemente viene collocato nel secondo periodo intermedio, sebbene alcuni lo collochino anche prima.
Tutti questi motivi ci hanno portato a posizionare questo racconto nel secondo periodo intermedio, con le seguenti conseguenze:
Certo, questa ipotesi lascia una serie di interrogativi. Il principale riguarda le analogie con la narrazione biblica sopra citate.
A corroborare questa tesi sono state utili le ricerche sul catastrofismo recente, che ci hanno portato a identificare un episodio distruttore circa nel 1250 a.C., che abbiamo battezzato come "Tifone". Un episodio che ha interessato il nord della Grecia, testimoniato nei testi di Medinet Habu.
Come concludono i ricercatori dell'università di Chicago, questo episodio non ha interessato direttamente l'Egitto. Piuttosto, ha colpito i "Nove archi", nemici dell'Egitto, nelle loro città (isole del Tirreno). Le narrazioni di Medinet Habu sono solo un'eco di fenomeni svoltisi relativamente distanti, che avrebbero potuto ispirare le narrazioni dell'esodo biblico e includere testi più antichi che narravano di un episodio simile, che vide l'Egitto come epicentro.
Per corroborare questa ipotesi, è utile analizzare l'incertezza del popolo eletto all'uscita dall'Egitto. Invece di dirigersi in modo deciso verso il deserto del Sinai, fa una svolta verso il Mar Rosso, quasi a voler giustificare le narrazioni dell'attraversamento, dell'inseguimento e dell'annegamento del faraone egiziano.